QuickStep-AlphaVinyl, Mark Cavendish parla della sua vittoria più grande contro la depressione: “Pensavo fosse solo una scusa”
Mark Cavendish è rinato sconfiggendo la depressione. L’avrete sicuramente sentito dire, dando poco peso all’espressione, che l’avversario più grande contro cui un atleta deve lottare è se stesso. Il corridore dell’Isola di Man ve lo può confermare a tutti gli effetti. Un velocista ormai finito, destinato al ritiro, che non otteneva vittorie da tre anni è rinato nella stagione appena passata dove ha centrato l’obiettivo più ambito da tutti gli sprinter: la maglia verde del Tour de France. In quei tre anni in cui non riusciva a competere nelle gare del World Tour era impegnato a sconfiggere un avversario più grande di se: la depressione.
Intervistato da The Big Issue, durante una lunga intervista è tornato sui momenti bui che ha dovuto attraversare: “Vuoi sapere la ragione principale per cui ne parlo? Perché cinque anni fa ero uno che non la prendeva sul serio – racconta l’ex campione del mondo – Pensavo che fosse solo una scusa. Adesso sono grato di avere la piattaforma per parlarne personalmente. Per me parlare con altre persone che hanno sofferto è stato il miglior modo per affrontarlo. Perché molte persone non capiscono. Quindi più sono le persone che ne parlano, maggiore diventa la rete”.
Il classe ’85, alle riprese dal brutto infortunio rimediato alla Sei giorni di Gand, sostiene che la depressione sia una malattia da prendere sul serio poiché spesso invisibile a chi ne è fuori: “É una cosa così strana. Non potresti raffigurare con un dipinto cosa sia una malattia mentale. Si manifesta in modi differenti in ciascuna persona. E alla fine sbeffeggiare il fatto che si tratti di una malattia grave, non solo non aiuta le persone ma è un danno. Un enorme danno”.
La cosa più difficile secondo l’inglese è chiedere aiuto poiché la tua mente non ragiona più secondo una logica: “La cosa ironica è che quando stai soffrendo non chiedi aiuto. Dalla mia esperienza, quando ero malato, non avevo aiuti, lo prendi come se nessuno volesse aiutarti. Ma tu non lo hai mai chiesto a nessuno. Questo è come funziona la tua testa. Non ha alcun senso logico ma tu non pensi in maniera logica”.
Cambiando tema, il corridore della QuickStep – Alpha Vinyl si è concentrato sul suo ritorno al successo: “Ero sorpreso, ma non incredulo perché c’era un motivo. Sapevo il lavoro che c’era dietro. Tuttavia non accadeva da così tanto tempo quindi le emozioni c’erano”. Le quattro vittore al Tour de France di questo anno non sono bastate al corridore più vincente in gruppo, che si vede ancora in crescita: “Cosa vinco non lo so, ma sono abbastanza fiducioso, altrimenti mi sarei fermato. Sarebbe stato un buon anno per fermarsi, ma so di essere ancora su una traiettoria ascendente. E mi piace ancora quel che faccio”.
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